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Trattamento del carbone

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2010 23:08
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Città: ROMA
Età: 50
Sesso: Maschile
03/03/2010 23:08

Domanda:

Ho un sito produttivo dove svolgo il trattamento del carbone (antracite e coke metallurgico). Le attività sono quelle di macinazione, vagliatura, essiccazione, separazione in polveri di diversa pezzatura. Il materiale arriva normalmente in pezzature da 30-40 mm, con umidità relativa del 10-12%. A seguito di trattamenti di macinazione, essiccazione e vagliatura si raggiungono pezzature fino da 90 micron a 250 micron con stoccaggio in silos.

La mia domanda è, dovendo adeguare gli impianti alle regole di prevenzione incendi, come devo intervenire sui classici silos verticali?

La mia preoccupazione sta nel fatto che, dall'esperienza questo tipo di polveri non si incendia direttamente se esposto ad una fiamma (premesso che non vi siano frazioni in nube o strati) , ma in alcuni casi (carbone fossile) si può ossidare e dare fenomeni di autocombustione.

Per arrestare l'ossidazione l'unico metodo che ho sperimentato è lo spandimento in starti sottili su terreno libero ai fini di raffreddarlo ed arrestare il fenomeno di autocombustione.

Alcuni "tecnici antincendio", o presunti tali, mi dicono di realizzare un impianto a doccia all'interno del silo che se ho un fenomeno di autocombustione possa essere fatto intervenire così da bagnare il materiale, ma io temo che l'immissione nel silo di acqua mi comporti una produzione violenta di vapore con un rischio di esplosione.

Alcuni mi chiedono di istallare degli impianti di spegnimento a co2, "senza però considerare" che per i grossi volumi in gioco essi vengono a costare un patrimonio senza probabilmente garantire un risultato sicuro.

Io pensavo di dotare il silo di un portello inferiore con comando di apertura a distanza che una volta azionato mi consentiva di scaricare il materiale per poi poterlo trattare con lo spandimento. Come misura cautelativa inoltre avrei disposto un attacco per immissione a doccia di acqua o altro estinguente da parte dei vigili del fuoco in prossimità degli impianti nel punto di estrazione.

Naturalmente i silos sono dotati di adeguato impianto di messa a terra e protezione contro le scariche atmosferiche (silos all'aperto).

Cosa pensate in proposito?



Risponde l’Ing. Antonio Albanese, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Rieti:

Si premette che, poiché per tale tipo di attività non esistono norme di prevenzione incendi specifiche, non è possibile individuare una soluzione univoca, ma è necessario studiare il problema caso per caso, confrontandosi con i Funzionari Tecnici del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio.

Ciò premesso, mi permetto di esprimere qualche perplessità sulla soluzione proposta. Trattandosi di materiale pulverulento, non credo sia difficile immaginare cosa possa accadere una volta aperto il portello del silo, oltre alla maggiore pericolosità conseguente alla miscelazione con l’aria.

Personalmente continuo a preferire un impianto di spegnimento ad acqua ad azionamento manuale all’interno del silo, non preoccupandomi l’eventuale produzione di vapore, la cui pressione può essere tenuta sotto controllo tramite appositi ed appropriati dispositivi di sicurezza.
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